EXECUTIVE SUMMARY

 

  •  La Fed si trova tra l'incudine (economico) e il martello. Si prevede che la Fed manterrà i tassi invariati la prossima settimana nel bel mezzo delle disfatte obbligazionarie. Tuttavia, i forti dati economici hanno alimentato le pressioni inflazionistiche e potrebbero ancora spingere la Fed a effettuare un ultimo rialzo dei tassi a dicembre. Il recente aumento dei rendimenti obbligazionari e il corrispondente calo del mercato azionario potrebbero ridurre il PIL di -0,3 punti percentuali e l'inflazione di -0,2 punti percentuali nel primo semestre del 2024. Tuttavia, ci atteniamo alla nostra previsione che i tassi statunitensi a 10 anni si normalizzino al 3,9% alla fine del 2024 e al 3,6% alla fine del 2025. In uno scenario alternativo – più alti per molto più tempo e QT continuato – ci aspetteremmo che i tassi salgano al 4,1% alla fine del 2024, e 4% alla fine del 2025, che è ancora ben lontano dall'attuale soglia del 5%.
  • Asia emergente: pressioni più elevate più a lungo sui rendimenti e sulle valute. Le condizioni finanziarie nell'Asia emergente stanno diventando meno immuni agli sviluppi negli Stati Uniti, complicando il lavoro delle banche centrali della regione. Riteniamo che i rendimenti potrebbero addirittura superare i livelli attuali e che le pressioni sui cambi aumenteranno. Il reddito fisso di India e Indonesia potrebbe diventare interessante nel prossimo futuro. Se la Fed manterrà i tassi più alti più a lungo, il baht thailandese e il ringgit malese sembrano essere i più vulnerabili.
  • Le prospettive di crescita nebulose dell'Eurozona rafforzano le forze disinflazionistiche. Prevediamo che il PIL dell'Eurozona si sarà appiattito nel 3° trimestre mentre i primi sondaggi per il 4° trimestre indicano una crescita che scenderà sotto lo zero. La prolungata debolezza della crescita e l'eccesso di offerta significano notizie migliori sul fronte dell'inflazione: prevediamo che l'inflazione complessiva scenderà al 3,2% a/a a ottobre dal 4,3% del mese precedente. Il quadro generale conferma la nostra opinione secondo cui la BCE toglierà il piede dal freno nella seconda metà del 2024, con moderati tagli dei tassi.
  • Tassi d'interesse netti: i francesi e i tedeschi hanno vinto, gli italiani e gli spagnoli hanno perso. Sono passati 14 mesi e 29 giorni da quando la BCE ha eliminato i tassi di interesse negativi. In Francia, nei 14 mesi da luglio 2022 ad agosto 2023, gli interessi attivi aggiuntivi hanno superato i pagamenti aggiuntivi di 12,5 miliardi di euro, rispetto ai 14 mesi precedenti; in Germania il surplus è stato pari a 2,4 miliardi di euro. In Italia e Spagna, tuttavia, l’aumento dei tassi ha pesato sulle finanze delle famiglie.
Lo studio completo “La Fed tra l'incudine e il martello” è scaricabile a questo link: