EXECUTIVE SUMMARY
- Nell'ultimo decennio, i tassi di interesse a zero in Europa non hanno frenato la crescita delle attività finanziarie delle famiglie, in particolare in Germania (+5,2%). Tuttavia, i fattori di crescita sono stati molto diversi tra i paesi: mentre le famiglie tedesche hanno fatto affidamento su nuovi risparmi (principalmente dal reddito da lavoro), la maggior parte degli altri paesi ha beneficiato di guadagni di valore (vale a dire l'aumento dei prezzi dei titoli.).
- Riscontriamo enormi differenze tra i rendimenti impliciti delle attività finanziarie delle famiglie, che vanno dal 2,5% in Austria al 6,0% in Finlandia. I rendimenti impliciti si riferiscono alla somma totale dei guadagni in valore e dei redditi da investimenti in relazione ai portafogli. In quanto tali, sono un indicatore intrigante per visualizzare le differenze nelle strategie di investimento. La Germania si comporta piuttosto male (3,1%), mentre la Francia (4,1%) si colloca a centrocampo. Negli ultimi due anni, tuttavia, i risparmiatori tedeschi hanno iniziato ad abbracciare i mercati dei capitali, spingendo i loro rendimenti al di sopra della media del gruppo di paesi considerati, con un risparmio aggiuntivo di circa 1.000 euro pro capite.
- I rendimenti possono fungere da amplificatore della disuguaglianza. Nella maggior parte dei paesi, esiste uno scarto significativo tra i gruppi di reddito più bassi e quelli più alti in termini di rendimenti: aumentano – più o meno – in tandem con il reddito man mano che i gruppi a reddito più elevato investono di più in attività a rendimento più elevato (cioè più rischiose) come le azioni. Ma c'è un'eccezione degna di nota: i Paesi Bassi, dove i rendimenti sono molto simili per tutte le fasce di reddito. Ciò testimonia il ruolo di un sistema pensionistico forte e finanziato dal capitale che può funzionare come equalizzatore di ricchezza.
- Guardando al futuro, i risparmiatori dovranno adattarsi a un mondo con un'inflazione più elevata e più a lungo, ma le vecchie regole si applicano ancora. L'aumento dell'inflazione ha già eroso drasticamente i rendimenti nel 2021, con il rendimento totale medio in calo di oltre il -60% in termini reali. Il 2022 sarà peggiore: con un tasso medio di inflazione superiore all'8% nell'Eurozona, il rendimento reale sarà spinto in territorio negativo. Nel 2023, poiché l'inflazione dovrebbe scendere dai suoi recenti picchi, la situazione dovrebbe migliorare. Tuttavia, con un'inflazione annua intorno al 5%, è molto probabile che i rendimenti reali rimangano in rosso. Inoltre, poiché l'inflazione dovrebbe rimanere elevata per il momento, è ancora più urgente che le famiglie adattino il loro comportamento di risparmio, concentrandosi sulla creazione di valore a lungo termine piuttosto che sulla detenzione di liquidità a breve termine.