EXECUTIVE SUMMARY

 

  • L'attuale proposta di riforma delle pensioni in Francia è stata accolta con notevole rabbia, vista come la fine del savoir vivre. Ma la verità è che la riforma va a malapena abbastanza lontano. L'aumento proposto dell'età legale per il pensionamento anticipato a 64 anni da 62 non affronta il deterioramento a lungo termine delle prospettive demografiche e di finanziamento: ci saranno ancora 60 persone in pensione (dai 64 anni in su) ogni 100 persone in età lavorativa (tra i 20 e 63 anni) nel 2050. Oggi il rapporto è del 49,2%.
  • La riforma presenta altre carenze importanti. Gli attuali pensionati non ne risentiranno, a differenza dei lavoratori attuali (e dei futuri pensionati) che sono già stati messi a dura prova dal calo dei salari reali. I "regimi speciali", in base ai quali i dipendenti beneficiano di regimi più generosi, saranno eliminati molto lentamente poiché le nuove condizioni meno generose si applicheranno solo alle nuove assunzioni.
  • Senza misure per adattare l'ambiente di lavoro alle esigenze di una forza lavoro che invecchia, la riforma potrebbe finire per aumentare la disoccupazione in età avanzata. L'innalzamento dell'età pensionabile potrebbe aggiungere fino a 1,6 milioni di persone alla forza lavoro nel 2050, quando il 22% della forza lavoro avrà almeno 55 anni. Ma dato l'invecchiamento prevalente – con il tasso di disoccupazione per la fascia di età 55-64 anni chw è del 6,3% in Francia, più del doppio rispetto alla Germania – gli sforzi per integrare i lavoratori più anziani devono essere raddoppiati.
Lo studio completo “Riforma delle pensioni in Francia: bonjour tristesse” è scaricabile a questo link: