EXECUTIVE SUMMARY
Nel 2020, la pandemia ha reso il lavoro da casa la norma per milioni di dipendenti nell'UE. Due anni dopo, cosa pensano del lavoro a distanza? Nel nostro sondaggio Allianz Pulse 2022, abbiamo chiesto a 1.000 intervistati in Germania, Francia e Italia la loro percezione dei vantaggi e delle sfide.
- Rispetto alla precedente tornata di sondaggi, la percentuale di dipendenti che ha dichiarato di non poter lavorare da casa è diminuita in tutti e tre i Paesi. Tuttavia, anche la percentuale di coloro che tornano in ufficio è aumentata sia nel formato ibrido che in quello prevalentemente a tempo pieno: 32% in Germania e Italia e 29% in Francia (rispetto al 25% dell'anno precedente in tutti e tre i Paesi).
- I vantaggi del lavoro a distanza sono evidenti: gli intervistati hanno citato soprattutto l'eliminazione del pendolarismo (uomini: 51%, donne: 58%), la flessibilità del tempo (49%) e i costi inferiori (uomini: 26%, donne: 28%), tra gli altri.
- Tuttavia, la percentuale di intervistati che ha citato le sfide è raddoppiata in quasi tutte le categorie: due anni di lavoro da casa hanno chiaramente acuito la consapevolezza degli aspetti negativi. I contatti sociali e la mancanza di opportunità di networking sono stati la sfida principale (uomini: 29%, donne: 27%), seguiti da confini della vita privata poco netti (uomini: 17%, donne: 20%), spazio di lavoro inadeguato (uomini: 20%, donne: 18%), destreggiarsi tra le attività domestiche e le responsabilità lavorative (uomini: 18%, donne: 20%) e produttività ridotta (uomini: 14%, donne: 12%).
- Il lavoro a distanza non è una soluzione "unica". Il doppio turno per le donne mette in ombra la flessibilità del lavoro da casa e il divario digitale (accesso a Internet, competenze digitali e utilizzo di Internet) potrebbe ampliare le disuguaglianze. I politici e i datori di lavoro devono tenere a mente queste considerazioni quando progettano il futuro del lavoro.