EXECUTIVE SUMMARY
- BCE: secondo round di tagli dei tassi. Nella prossima riunione del 12 settembre, ci aspettiamo che la BCE abbassi il tasso sui depositi per la seconda volta quest'anno al 3,50% dopo una pausa a luglio. Con l'inflazione in calo al 2,2% a/a ad agosto, l'allentamento dell'orientamento restrittivo è giustificato. In futuro, la BCE seguirà un ciclo di tagli graduali, raggiungendo un tasso terminale del 2,5% a metà del 2025. Tuttavia, con la disoccupazione ai minimi storici, la forte crescita dei salari e l'inflazione di fondo persistente, la BCE non ha fretta ed è probabile che ponga l'accento su un approccio attento e dipendente dai dati.
- Azioni cinesi: verso il fondo. La crescita degli utili e i mercati azionari cinesi hanno faticato nel 2023 e nel 2024, ostacolati dalla debole domanda dei consumatori, dalla crisi immobiliare ancora presente e dalle tensioni geopolitiche. Nonostante gli sforzi del governo per stabilizzare l'economia, oltre il 50% delle aziende ha mancato le aspettative di utili e ricavi nel secondo trimestre, in particolare in settori chiave come i beni di consumo di base e la tecnologia. I deflussi di capitali e la ridotta trasparenza sugli investimenti esteri hanno ulteriormente smorzato il sentiment del mercato. Tuttavia, la stabilizzazione economica, unita all'accelerazione del rimbalzo degli utili, manterrà probabilmente i rendimenti azionari cinesi in verde sia per il 2024 che per il 2025, sostenuti da continue misure politiche, tagli dei tassi e spesa fiscale. Con un'ulteriore stabilizzazione economica prevista per il 2026, le azioni cinesi potrebbero registrare rendimenti a due cifre più forti in futuro, presentando opportunità a lungo termine nonostante i rischi a breve termine.
- Prezzi delle materie prime: in calo ma non per l'energia, soprattutto in Europa. Nonostante le notizie allarmanti in tutto il mondo, la maggior parte dei prezzi delle materie prime è in ripresa perché l'offerta è forte (cereali) o perché le prospettive della domanda sono più deboli (petrolio, metalli). Permangono alcuni valori anomali, come il caffè o il cacao, ma non rappresentano un rischio inflazionistico significativo. In futuro, ci aspettiamo che i prezzi continuino a consolidarsi per la maggior parte delle materie prime. In particolare, ci aspettiamo che il petrolio continui a essere scambiato nell'intervallo 75-85 USD/bbl. I prezzi del gas naturale in Europa, e di conseguenza i prezzi dell'energia, rimangono un problema per l'inflazione. Le preoccupazioni per l'offerta e le condizioni meteorologiche in vista dell'inverno stanno rendendo nervosi i mercati, nonostante l'abbondanza di gas in stoccaggio (oltre il 90% della capacità). Ciononostante, ci aspettiamo che i prezzi dell'energia al dettaglio rimangano sostanzialmente stabili. In effetti, riteniamo che i governi (che sono sotto pressione fiscale) possano trarre vantaggio dal calo dei prezzi all'ingrosso per recuperare parte delle entrate perse nel periodo 2022-2023 aumentando le tasse e i prelievi ai livelli precedenti al 2022 o che possano mantenerli bassi ai livelli attuali in caso di incidente di mercato, il che sarebbe piuttosto neutro per i prezzi al consumo.