EXECUTIVE SUMMARY

 

  • In vista della prossima tornata di riunioni di politica monetaria, il perdurare delle tensioni nel settore bancario solleva la questione se le preoccupazioni per la stabilità finanziaria possano modificare il percorso dei tassi di policy negli Stati Uniti e nell'Eurozona, consentendo all'inflazione di rimanere più alta più a lungo. L'inflazione complessiva è diminuita (soprattutto negli Stati Uniti); tuttavia, l'inflazione di fondo sta diventando sempre più vischiosa, soprattutto nell'Eurozona, dove ha raggiunto il massimo storico del 5,7% annuo a marzo. Le pressioni salariali spingono sempre più in alto i prezzi dei servizi. Tuttavia, il rischio di uno shock deflazionistico dovuto ai fallimenti delle banche e alla riduzione del credito sembra farsi più serio. Poiché l'offerta di moneta continua a contrarsi, è difficile che si verifichi una ricaduta dell'inflazione, anche se non si possono escludere alcuni scossoni lungo il percorso di normalizzazione dei prezzi.
  • Il costante calo dell'inflazione complessiva negli ultimi cinque mesi (al 6,9% annuo a marzo) non basterà alla BCE per abbandonare la sua posizione monetaria restrittiva. Il continuo aumento dell'inflazione di fondo rafforzerà la convinzione del Consiglio direttivo della BCE che siano necessari ulteriori aumenti dei tassi per evitare che le (ancora) forti pressioni salariali incorporino un'inflazione più elevata nell'economia. Prevediamo altri due rialzi di 25 pb a maggio e giugno per un tasso terminale del 3,5% (che rimarrà in vigore fino al secondo trimestre del 2024) nonostante la crescita stagnante. C'è il rischio di un rialzo di 50 pb se i numeri della crescita del 1° trimestre sorprenderanno al rialzo e se il rischio di ricaduta del secondo ciclo di stress del settore bancario statunitense rimarrà contenuto.
  • La Fed è sulla buona strada per un rialzo dei tassi di 25 pb, l'ultimo di questo ciclo. L'aumento indesiderato della liquidità - alimentato dalla crisi bancaria e dal dramma del tetto del debito - dà alla Fed un motivo in più per mantenere i tassi alti nei prossimi mesi prima di un cambio di rotta nel corso dell'anno (-25 pb a novembre e -50 pb a dicembre) al 4,5% dal picco del 5,25%.
Lo studio completo “Tassi di riferimento: fine dell'inizio o inizio della fine?” è scaricabile a questo link: