- Il Fabbisogno di capitale circolante (WCR) globale sale a 76 giorni (+2) nel 2023 (si tratta del terzo aumento consecutivo);
- I tempi medi di incasso di un credito (DSO) si attestano a 59 giorni (+3) nel 2023, il rialzo più importante dal 2008;
- Secondo Allianz Trade un calo di redditività di -1pp allungherebbe i tempi di pagamento di oltre 7 giorni per le imprese europee.
Allianz Trade pubblica oggi l’ultimo rapporto sui tempi medi di incasso di un credito (Days Sales Outstanding, DSO) e sul fabbisogno di capitale circolante (Working Capital Requirement, WCR) a livello globale. Il principale assicuratore dei crediti commerciali del mondo ha analizzato l’evoluzione delle condizioni di pagamento e delle esigenze di finanziamento delle imprese nel 2023, a livello globale, regionale e settoriale.
Un aumento globale e di ampia portata del WCR per il terzo anno consecutivo
Il WCR è aumentato per il terzo anno consecutivo, raggiungendo 76 giorni di fatturato (+2 rispetto al 2022), spinto da una crescita economica debole e da maggiori costi operativi e di finanziamento.
"La metà dei Paesi presi in considerazione del nostro studio ha registrato nel 2023 un aumento del WCR e due Paesi su cinque hanno superato la media globale, in particolare, per quanto riguarda l’Europa occidentale, la Francia (+5) e la Germania (+5), mentre, per l’APAC, la Cina (+3) e il Giappone (+3). Alla fine del 2023, il WCR era di 81 giorni nell’APAC (+2), 69 giorni in Europa occidentale (+1) e 70 giorni nel Nord America (+1). Inoltre, nel quarto trimestre, il 34% delle imprese ha registrato un WCR superiore a 90 giorni di fatturato, rispetto al 32% e al 36% rispettivamente del quarto trimestre 2021 e del quarto trimestre 2022", ha dichiarato Maxime Lemerle, Capo Analista Insovency Research di Allianz Trade.
Tempi di pagamento globali: il balzo più forte dal 2008
Il DSO risulta essere il fattore chiave della crescita del WCR, con un incremento di +3 giorni nel 2023, raggiungendo 59 giorni. Si tratta dell’aumento più consistente dal 2008 e quasi raddoppiato rispetto al 2022. Ciò significa che un numero maggiore di imprese attende più lungamente un pagamento, con conseguenti rischi di liquidità. A livello globale, alla fine del 2023 il 42% delle imprese ha registrato tempi di pagamento superiori a 60 giorni di fatturato.
"In Europa questo valore è in linea con la media globale, mentre, è superiore in Asia e inferiore in Nord America. Tuttavia, nel 2023 quasi tutti i 22 settori da noi monitorati hanno registrato un aumento del DSO. La carenza di scorte ha peggiorato il DSO anche nel settore trasporti (114 giorni), in quello dell’elettronica (114) e della meccanica (113), seguiti dal settore tessile, farmaceutico, dei metalli e dei prodotti chimici, tutti con un DSO superiore a 90 giorni", ha aggiunto Maxime Lemerle.
L’incombente stretta sulla redditività potrebbe aggravare ulteriormente il ritardo dei pagamenti
Allianz Trade ha rilevato che la redditività è il primo fattore che determina i tempi di pagamento in Europa, essendo più influente dei finanziamenti o del ciclo economico. In questo contesto, il rallentamento della domanda globale del 2024, unito ai costi operativi ancora elevati, potrebbe porre le basi per un ulteriore deterioramento dei tempi di pagamento, soprattutto in Europa.
“Riteniamo che un calo di redditività di -1pp possa far crescere i tempi di pagamento di oltre +7 giorni. Tenendo conto della stretta sulla redditività che si profila nel 2024, le imprese europee devono prepararsi ad aspettare di più per ricevere i pagamenti, con maggiore pressione sui flussi di cassa e un potenziale aumento di rischio delle insolvenze ", ha affermato Ano Kuhanathan, Responsabile di Corporate Research.
Come può l’Unione Europea accorciare i tempi di pagamento nella Regione?
È fondamentale affrontare il problema dei ritardi di pagamento per garantire la resilienza delle imprese europee. Le discussioni in corso su un potenziale regolamento dell’UE che disciplini i ritardi di pagamento indicano che le condizioni potrebbero scendere dagli attuali 60 giorni consigliati a 30 giorni vincolanti, con una proroga fino a 60 giorni se previsto contrattualmente o a 120 giorni per beni specifici. Sebbene questa soluzione sia più flessibile rispetto alla proposta iniziale, comporta una minore flessibilità aziendale rispetto alle condizioni attuali e potrebbe aumentare il deficit di finanziamento per oltre il 40% delle imprese europee, che al quarto trimestre 2023 hanno tempi di pagamento superiori a 60 giorni, con conseguente significativo impatto macroeconomico.
"Per ridurre a 30 giorni i tempi di pagamento, le imprese europee avrebbero bisogno di 2 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi ma, ai tassi attuali, questo determinerebbe l’aumento degli interessi a carico delle aziende di 100 miliardi di euro, l’equivalente di una perdita di margini di -2 pp. Inoltre, termini di pagamento troppo rigidi potrebbero mettere a rischio la competitività delle PMI europee, spingendo le società a rivolgersi a fornitori esterni all’UE. In questo contesto, i politici devono tenere conto dei potenziali effetti negativi", ha spiegato Ana Boata, Responsabile di Macroeconomic Research di Allianz Trade.