La tecnologia può rivoluzionare l’inclusione e la sicurezza sul lavoro? L’interfaccia adattiva uomo-macchina BCI Prometheus, nata dalla nostra partnership con Inclusive Brain ci riesce, e per raccontarvelo abbiamo fatto qualche domanda a Olivier Oullier.

Inclusive Brains è una start-up francese con una vision orientata a un futuro più equo, nata dall’ingegno del Professor Oullier, neuroscienziato e imprenditore di intelligenza artificiale e di Paul Barbaste, esperto di intelligenza artificiale e sicurezza informatica.

Oullier e Barbaste hanno sviluppato BCI Prometheus, un’interfaccia uomo-macchina che si avvale dell’intelligenza artificiale multimodale per favorire l’autonomia di persone che convivono con disabilità e che contribuisce a migliorare il benessere fisico e psicologico sul lavoro per tutti.

Il connubio tra la copertura di Allianz Trade a livello globale e la competenza di Inclusive Brains, ci consente ambire a rendere questa tecnologia accessibile, di stabilire nuovi standard di inclusività e sicurezza sociali e lavorativi attraverso dei criteri di innovazione che beneficino tutti, senza discriminazioni. 

Sono un neuroscienziato con oltre 25 anni di esperienza di studi sul cervello e del comportamento applicati allo sviluppo e commercializzazione di interfacce Cervello-Computer volte a ottimizzare come l’uomo utilizza le macchine e come vi collabora. Mi concentro principalmente su come le persone interagiscono e prendono decisioni, che sia confrontandosi con macchine, altri umani o nel mondo digitale. Inoltre, ho approfondito l’impatto sociale delle neurotecnologie e dell’intelligenza artificiale in termini di etica e regolazioni.

Il mio percorso mi ha condotto fino al World Economic Forum, per guidare le iniziative sulla salute e sulla sanità globale, e a capo del programma del Primo Ministro Francese sull’ordine pubblico e sulla neuroscienza. Questo ha fatto della Francia il primo paese a esplorare la regolamentazione in materia di neurotecnologie, aggiungendo sezioni di imaging cerebrale funzionale alle sue leggi bioetiche.  Successivamente sono diventato presidente di EMOTIV, l’azienda leader di neurotecnologie portatili con sede in California. Durante la mia esperienza lì abbiamo lanciato le prime cuffiette sensibili alle onde cerebrali, una piattaforma globale per raccogliere dati cerebrali in scala e nuovi dispositivi per la ricerca con sensori cerebrali, entrambi adoperati in seguito per allenare il nostro sistema BCI Prometheus.

Oggi Inclusive Brain lavora per integrare Intelligenza Artificiale Generativa e tecnologie cerebrali, con lo scopo di semplificare l’ingresso o il ritorno di chi ha una disabilità fisica o cognitiva nel mondo del lavoro e di aiutare le imprese a promuovere il benessere mentale e fisico dei dipendenti con questa tecnologia assistenziale. 

Lavorando come neuroscienziato e sviluppatore ho potuto constatare che gran parte delle tecnologie assistenziali sono standardizzate, o uguali per tutti. Solitamente offrono funzionalità prestabilite e sta a chi le utilizza fraternizzare con l’interfaccia utente e imparare come controllare e attivare i dispositivi. Nel caso di utenti impossibilitati a compiere movimenti o produrre suoni per attivare una funzione, tuttavia, alcune di queste tecnologie non apportano alcun beneficio.

Sono convinto che le tecnologie assistenziali e le macchine in generale debbano adattarsi all’utente e non il contrario. Questa è stata una delle idee che mi ha guidato.

La nascita di Inclusive Brains si lega a un evento cruciale risalente al 2017. Rodrigo Hübner Mendes, mio amico, leader di inclusività per le persone con disabilità affetto a sua volta da quadriplegia, che finora ha aiutato oltre 1.5 milioni di persone, ha guidato una vera macchina da corsa della F1 su una vera pista da corsa grazie alla tecnologia EMOTIV utilizzando solo il potere della sua mente!

Questa impresa incredibile ha attirato l’attenzione di tutto il mondo, compresa quella di Paul Barbaste, che sarebbe poi diventato co-founder di Inclusive Brains. Paul mi ha contattato dopo aver visto il video di Rodrigo e me intenti a gareggiare nientemeno che contro Lewis Hamilton, leggenda della F1, in una corsa pilotata a mente.

Dalla nostra prima conversazione Paul e io abbiamo iniziato a immaginare come trasformare dei progetti unici come la macchina della F1 controllata col pensiero in soluzioni pratiche per la vita quotidiana, per consentire anche a chi ha gravi disabilità sensomotorie di riguadagnare una parziale autonomia.

La tecnologia adoperata dalla BCI Prometheus si basa sull’adattabilità, un elemento che definisce l’intelligenza umana e che è essenziale per muoversi autonomamente. Il nostro prodotto è agnostico su base hardware e altamente versatile, il che consente di integrarlo a dispositivi standard già esistenti come sedie a rotelle, cellulari o postazioni di lavoro, per assicurare a chi la utilizza una maggiore libertà d’azione in maniera inclusiva. 

Siamo molto orgogliosi che la BCI Prometheus sia stata adottata per due premiere. La prima, svoltasi all’AI for Good Summit delle Nazioni Unite, dove la BCI Prometheus è stata la prima HMI multimodale non invasiva adoperata per scrivere e inviare un tweet. Il destinatario non era altri che Emmanuel Macron, l’attuale Presidente francese, che ha risposto e si è congratulato con la nostra squadra per i risultati ottenuti.

La seconda era una collaborazione da parte di Nathalie Labrégère e Pierre Landerretche trasmessa in tutto il mondo poco prima che la Francia si apprestasse a ospitare il maggiore evento sportivo dell’anno.

Nathalie ha gravi difficoltà fisiche e cognitive. I movimenti che riesce a compiere sono limitati, e spesso incontrollati. Le interfacce cervello-computer tradizionali per il controllo mentale di un dispositivo presuppongono padronanza dello stress e dell’attenzione, che non era un’opzione per Nathalie. Quello che abbiamo fatto noi è stato allenare la BCI Prometheus a riconoscere due espressioni facciali che Nathalie poteva controllare: mandare un bacio e sorridere con la bocca aperta. In combinazione con le sue onde cerebrali queste sono state mappate per controllare le azioni di un esoscheletro, consentendole di interagire con l’ambiente esterno. Grazie alla BCI Prometheus Nathalie è riuscita a stendere il braccio e raggiungere la torcia; un’azione che purtroppo non può compiere senza supporto tecnologico.

Pierre invece, non ha difficoltà cognitive, ma sensomotorie, è riuscito ad azionare il braccio robotico grazie all’utilizzo dei più “tradizionali” comandi mentali che non comportano movimento, sono silenziosi e privi di tocco a cui si fa spesso riferimento parlando di “controllo mentale” di un dispositivo.

Soluzioni come la BCI Prometheus che sono adattate alla fisicità e capacità cognitiva di ogni utente non sono dunque uguali per tutti. Le tecnologie adattive rappresentano un elemento cruciale per favorire l’inclusione delle persone con disabilità. 

Per citare un esempio concreto, una persona che riceve una diagnosi di deficit dell’attenzione potrebbe riscontrare delle difficoltà nel portare a termine attività prolungate nel tempo. Questo non significa che non sia adatta al lavoro, piuttosto, che potrebbe beneficiare di assistenza da parte di una tecnologia adattiva.

Da quando le nostre soluzioni possono monitorare le variazioni in termini di concentrazione, carico cognitivo, stress e affaticamento in tempo reale e adattarsi di conseguenza, è possibile mitigare alcuni limiti di azione provocati dalla neurodivergenza, favorendo la produttività e tutelando al contempo il benessere psicologico e la salute fisica. Si tratta di una vera e propria svolta per l’inclusione e la sicurezza sul lavoro. Inoltre, non dobbiamo dimenticarci che la tecnologia può essere d’aiuto anche per ridurre lo stigma nei confronti di chi viene erroneamente percepito come “diverso” da parte dei colleghi.

La vera multimodalità dell’Intelligenza Artificiale Generativa è stata per noi la chiave di volta per raggiungere questi obiettivi. Per molti la Gen AI equivale alla generazione di testo, ma quando entra in gioco l’interazione, che sia uomo-uomo o uomo-macchina, non si tratta più solo di parole. Pensiamo alla gestualità, alle espressioni facciali, all’intonazione e ai segnali che il nostro corpo manda, come il cambio di posizione come manifestazione di fatica e stress, e la lista potrebbe continuare!

Per questo noi di Inclusive Brains alleniamo i nostri modelli di Intelligenza Artificiale Generativa con diverse tipologie di dati, o con differenti modalità, per imitare il funzionamento del cervello umano e i suoi processi di apprendimento nella maniera più minuziosa possibile. Mentre lavoriamo su un sistema cognitivo di dimensione importante, stiamo anche sviluppando degli agenti AI specializzati, ognuno nello svolgimento di compiti specifici. Ne abbiamo uno, ad esempio, che si occupa delle espressioni facciali e un altro sui dati cerebrali.

L’aspetto interessante è che questi agenti, seppur specializzati vengono allenati insieme, il che li rende molto versatili e capaci di operare in maniera efficiente da soli o in combinazione con altri agenti o supervisori che ne ottimizzino il lavoro di squadra.

I benefici non risiedono solo nell’efficienza delle nostre soluzioni in sé. Soluzioni multi-agente come le nostre sono molto semplici in termini di design e sono molto meno esigenti quando si tratta di potere ed energia computazionali. In altre parole, le nostre soluzioni possono lavorare localmente e non hanno bisogno di far convergere la computazione nel cloud, riducendo così sia i costi operativi, sia l’impatto ambientale.

Il vero allenamento multimodale rende La Gen AI più versatile e capace di comprendere il contesto in maniera più profonda e consapevole, essenziale per far fronte alla complessità del mondo reale e delle sue situazioni e consentirgli di sviluppare delle capacità adattive. L’adattamento dell’AI all’unicità e ai bisogni dei singoli utilizzatori può garantire delle soluzioni personalizzate che li soddisfino nella gestione delle loro sfide personali, favorendo uguali opportunità verso la realizzazione.

Pensando al futuro vogliamo ampliare il nostro impatto per far sì che tutti, senza discriminazioni, ne possano trarre beneficio, non solo chi convive con una disabilità, del resto questa è l’essenza della vera tecnologia inclusiva. Abbiamo iniziato creando strumenti per consentire alle persone con disabilità di realizzarsi sul lavoro, ma la nostra visione è sempre stata più ampia. Siamo ispirati da innovazioni come il controllo da remoto, nato inizialmente per aiutare chi conviveva con una disabilità e trasformatosi poi in un successo commerciale che conta miliardi di utilizzatori che ha rivoluzionato il nostro modo di interagire con la tecnologia.

Il nostro obiettivo principale è raggiungere una reale inclusione digitale. Siamo consapevoli che, in quanto esseri umani con abilità differenti, i nostri bisogni sono in costante evoluzione. La tecnologia che creiamo dunque deve adattarsi a questi cambiamenti, mettendo a disposizione strumenti inclusivi e accessibili per tutti.

Allianz Trade è leader mondiale nell'assicurazione dei crediti commerciali e nella gestione dei crediti, offrendo soluzioni su misura per mitigare i rischi associati ai crediti inesigibili, garantendo così la stabilità finanziaria delle imprese. I nostri prodotti e servizi aiutano le aziende nella gestione del rischio e dei flussi di cassa (cash-flow), nella protezione dei crediti, nelle fideiussioni, nella tutela contro le frodi commerciali, nei processi di recupero crediti e nell'assicurazione del credito per l’ e-commerce, assicurando la solidità finanziaria delle aziende dei nostri clienti. La nostra esperienza nella mitigazione del rischio e nella finanza ci posiziona come consulenti di fiducia, consentendo alle aziende che aspirano al successo globale di espandersi nei mercati internazionali con fiducia.

La nostra attività si basa sul sostegno alle relazioni tra persone e organizzazioni, relazioni che si estendono al di là di ogni tipo di frontiera - geografica, finanziaria, industriale ed altro ancora. Siamo costantemente consapevoli che il nostro operato ha un impatto sulle comunità che serviamo e che abbiamo il dovere di aiutare e sostenere gli altri. Tutti i dipendenti di Allianz Trade sono incoraggiati e sostenuti nel dare il proprio contributo alle comunità che li circondano e nel condividere i benefici delle nostre competenze e risorse. In qualità di azienda di servizi finanziari, siamo particolarmente impegnati ad aumentare il livello di alfabetizzazione finanziaria attraverso i nostri consigli e suggerimenti commerciali, in modo che tutti possano vivere con fiducia e sicurezza. Siamo, inoltre, fortemente orientati nel garantire l'equità per tutti, senza alcuna discriminazione, sia tra i nostri collaboratori sia nei numerosi rapporti con chi è al di fuori della nostra attività