21 Novembre 2024
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“Drill, baby, drill”: cosa significa il secondo mandato di Trump per i prezzi dell'energia
In campagna elettorale, Donald Trump ha giurato di ridurre i prezzi dei carburanti, ma è improbabile che ciò avvenga attraverso una maggiore produzione interna. Gli Stati Uniti sono già il primo produttore di petrolio al mondo, con un record di 13 milioni di barili al giorno (mbd) nel 2023. L'amministrazione potrebbe anche garantire una maggiore fornitura di GNL ai mercati globali riducendo gli ostacoli normativi e promuovendo lo sviluppo delle infrastrutture, che potrebbero ridurre i prezzi del gas in Europa (e quindi i prezzi dell'energia elettrica) di oltre il 15%. Sul fronte negativo, il Presidente Trump potrebbe ripristinare le sanzioni contro l'Iran, con un potenziale aumento dei prezzi del 5-10%. Anche la posizione del Presidente Trump sulla politica climatica potrebbe far arretrare gli Stati Uniti di qualche anno nella transizione energetica e danneggiare gli sforzi globali per combattere il cambiamento climatico.
Guadagni del terzo trimestre: il divario atlantico continua
Sia l'S&P 500 che lo Stoxx 600 hanno registrato una crescita degli utili nel terzo trimestre del 2024 (~9% a/a), ma la recessione dei ricavi è proseguita in Europa, con una contrazione del -1,7%. Il sentimento generale degli investitori è migliorato dopo la rielezione di Donald Trump e il secondo taglio dei tassi della Federal Reserve a novembre. Le società a piccola e media capitalizzazione, soprattutto negli Stati Uniti, sono ben posizionate per beneficiare delle politiche di reshoring di Trump, con una crescita degli utili prevista del 30-50% nei prossimi due anni. Tuttavia, le politiche di reshoring incentrate sugli Stati Uniti sotto Trump e l'incertezza globale potrebbero mettere in discussione le prospettive di ripresa delle aziende europee. In prospettiva, la crescita degli utili e dei ricavi sarà fondamentale per sostenere lo slancio del mercato, che nel 2024 è stato per lo più alimentato da guadagni guidati dalle valutazioni. Per il 2025, prevediamo che sia gli utili che i rendimenti dei mercati azionari statunitensi e dell'Eurozona aumentino del 7-12%.
Produttività del carbonio: un bilancio dopo 29 conferenze sul cambiamento climatico
Mentre si conclude la COP29 di Baku, facciamo il punto su quanto è stato raggiunto dopo decenni di conferenze sul clima. La buona notizia è che l'economia globale ha registrato un aumento della produttività verde del 70% cumulativamente dal 1990, producendo 3,13 dollari a parità di potere d'acquisto per ogni kg di emissioni di gas serra nel 2023. E l'UE è il chiaro leader tra le grandi economie, con una forte accelerazione della produttività del carbonio dal 2,6% al 4,1% annuo dopo l'accordo di Parigi, anche se a costi economici apparentemente elevati. La cattiva notizia è che il ritmo del cambiamento non è di gran lunga sufficiente per raggiungere gli obiettivi di zero netto entro il 2050, poiché la produttività del carbonio deve matematicamente arrivare all'infinito, il che implica tassi di crescita molto più elevati di quelli attuali. Sono urgentemente necessari passi avanti trasformativi in diversi settori e Paesi. Senza progressi più rapidi, il mondo rischia di non raggiungere gli obiettivi climatici, con conseguenze economiche e ambientali significative.
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