24 Ottobre 2024
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COP16 a Cali: dall'accordo all'azione
In cima all'agenda della conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità in corso a Cali, in Colombia, c'è l'attuazione dello storico Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, adottato nel dicembre 2022 per proteggere gli ecosistemi globali critici. Tuttavia, l'85% dei paesi non ha rispettato la scadenza per presentare le strategie e i piani d'azione nazionali per la biodiversità. La nostra analisi evidenzia il valore significativo dei servizi ecosistemici per i settori economici. Le zone umide interne forniscono servizi per un valore di 71.275 dollari per ettaro all'anno, mentre i sistemi costieri generano 37.170 dollari per ettaro ogni anno. In questo contesto, la COP di Cali può svolgere un ruolo importante nella valorizzazione del capitale naturale e nella creazione di un mercato per la natura per incorporare il valore dell'ecosistema nelle decisioni finanziarie. Questo sarà fondamentale per allineare la crescita economica, la transizione climatica e la sostenibilità ambientale.
L'energia nucleare e la corsa verso lo zero netto
Quest'anno l'energia nucleare è tornata in auge nelle discussioni sulla transizione verde, ma rimane un argomento divisivo. Mentre le centrali nucleari tradizionali come la Francia e la Cina continuano ad espandere la loro capacità, i nuovi arrivati come il Kazakistan e le Filippine stanno pianificando di sviluppare l'energia nucleare per la prima volta. Come fonte di energia a basse emissioni di carbonio, il nucleare offre un'opzione affidabile per la decarbonizzazione delle industrie che dipendono dall'energia continua, come le big tech, dove le aziende hanno recentemente iniziato a esplorare l'energia nucleare per alimentare l'intelligenza artificiale. Tuttavia, le sfide sono molteplici: lunghi tempi di costruzione, costi superiori di oltre il 40% rispetto all'eolico o al solare, rischi per la catena di approvvigionamento, problemi di sicurezza e smaltimento dei rifiuti. Ciononostante, la produzione nucleare svolgerà un ruolo nella transizione verso l'azzeramento delle emissioni nette e si prevede che raddoppierà entro il 2050.
Mercati del lavoro dell'Eurozona: l'enigma del "Big Stay"
L'era delle "Grandi Dimissioni" sembra essere finita. Nonostante la performance economica deludente del blocco dalla fine del 2022, i mercati del lavoro sembrano essere in ottima forma, almeno a prima vista. La disoccupazione ha raggiunto i minimi storici, stabilizzandosi intorno al 6,4%, mentre l'occupazione continua a crescere, il 4,5% in più rispetto ai livelli pre-Covid. Ma questo è anche dovuto al fatto che le aziende stanno ancora accumulando manodopera dopo la pandemia, principalmente nei settori tecnologico, macchinari e attrezzature, automobilistico e delle costruzioni. Ci sono i primi segnali di un'inversione di tendenza – i tassi di sfitto hanno iniziato a diminuire e la minore produttività del lavoro ha ridotto il potere contrattuale dei lavoratori – e ci aspettiamo che la fidelizzazione dei lavoratori si attenui nell'Eurozona con la normalizzazione dei profitti e l'aumento dei salari. In definitiva, l'aumento del tasso di abbandono del mercato del lavoro potrebbe migliorare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, oltre a ridurre la sovraqualificazione. Investire in sistemi di intelligenza artificiale generativa potrebbe anche rivitalizzare sia i lavoratori che i mercati del lavoro: un'adozione adeguata potrebbe colmare il divario tra lavoratori poco qualificati e lavoratori altamente qualificati, riducendo i costi di reimpiego e formazione e semplificando l'onboarding.
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