Nel 2019 le insolvenze globali sono aumentate per il terzo anno consecutivo. In effetti, il nostro Global Insolvency Index, che copre 44 paesi che insieme rappresentano l'87% del PIL globale, registra un aumento del 9% a/a per il 2019. Questo risultato riflette un'impennata prolungata in Cina (+20%) e, in misura minore, un'inversione di tendenza nell'Europa occidentale (+2%) e nel Nord America (+3%); inoltre, il risultato riflette anche una tendenza leggermente peggiore del previsto rispetto alle nostre precedenti previsioni pubblicate a settembre (+8%), a causa di un numero più elevato di insolvenze in alcuni paesi come Cile, Colombia, India, Russia e Singapore.
Infatti, il 2019 è stato caratterizzato da almeno due fattori chiave che hanno contribuito a questo risultato: in primo luogo il ritmo di crescita più morbido a livello macroeconomico; in secondo luogo, il più elevato livello di incertezze dovuto sia alle questioni politiche che alle controversie commerciali. In questo contesto, le imprese non solo hanno dovuto affrontare una domanda globale più debole, ma anche un minore scambio commerciale, sia in termini di beni che di valore, che ha portato a una produzione globale più debole e ad una maggiore concorrenza sui prezzi, oltre alle questioni legate alla gestione delle scorte dovute ad accumuli cautelativi (ad esempio, nel caso della Brexit) o all'eccesso di offerta rispetto alla domanda (come nel settore automobilistico). L’introduzione di nuovi tipi di procedure di insolvenza e la pulizia dei registri delle imprese attraverso le procedure ufficiali di insolvenza in alcuni paesi spiega anche l'aumento complessivo dei dati relativi alle insolvenze.
In questo contesto, la tendenza ad un incremento delle insolvenze si è rivelata generalizzata, con casi in aumento in tutte le regioni e nella maggior parte dei paesi, sia emergenti che sviluppati. Sulla base degli ultimi dati infrannuali disponibili per singolo Paese, ci aspettiamo 29 paesi del nostro campione (ossia il 66%) con più insolvenze rispetto al 2018.
Anche il rischio di grandi insolvenze rimane elevato. Infatti, i primi tre trimestri del 2019 hanno evidenziato 249 insolvenze di grandi aziende, vale a dire quelle con oltre 50 milioni di euro di fatturato. Si tratta di un numero relativamente stabile di casi rispetto allo stesso periodo del 2018 (+1), ma comunque in un contesto che vede il peggioramento in termini di fatturato cumulativo (da 39,1 miliardi di euro a 145,2 miliardi di euro), che potrebbe avere un grave effetto domino sui fornitori lungo le catene di valore e approvvigionamento. A questo proposito, il commercio al dettaglio (con 37 casi di grandi insolvenze nei primi tre trimestri), l'edilizia (33) e i servizi (27) sono stati i settori più interessati nel 2019, mentre le regioni che hanno registrato più casi di insolvenza sono, nel seguente ordine: l'Europa occidentale (104 casi), l'Asia (64) e il Nord America (51).